Ultime dal territorio
05/12/2011
L'Abruzzo svetta nella guida Oli d'Italia.
E adesso per valorizzare il prodotto locale c’è anche la guida ai migliori oli d'oliva, le Dop, le cultivar autoctone, ma soprattutto il racconto delle aziende e degli oli, i consigli di utilizzo e gli abbinamenti ideali suggeriti dai grandi cuochi della regione sono i suoi elementi principali. Uno strumento di facile consultazione per orientare il consumatore nella scelta dell'etichetta giusta in cui non poteva mancare l'Abruzzo con le sue tre Dop (”Aprutino Pescarese” nel territorio della provincia di Pescara, “Colline Teatine” in provincia di Chieti e “Pretuziano delle Colline Teramane” nella zona di Teramo) rappresentate da una selezione di 22 su 273 aziende.
«Nella guida firmata da Unaprol e Gambero Rosso, la promozione dell'olio d'olivo coincide con la valorizzazione dei luoghi in cui nasce», sottolinea Simone Ciampoli, direttore Coldiretti Abruzzo, «oggi, conoscere un prodotto agricolo vuol dire conoscere il territorio di origine, con la sua storia, il suo turismo, i luoghi dell'accoglienza e dell'ospitalità, elementi importantissimi per interpretare, comprendere e amare gusti e sapori di una specifica terra. Anche l'olio abruzzese non può prescindere da questo imperativo categorico che è l'elemento principale della guida Oli d’Italia e che si traduce con la presenza delle aziende olivicole e gli oli di eccellenza. La scelta di far partire in Abruzzo la presentazione della guida riconosce un ruolo importante nello scenario nazionale alla nostra produzione, che è sempre più diffusa e amata». In Italia, in base ai dati dell’osservatorio economico Unaprol, si producono mediamente ogni anno 500mila tonnellate di prodotto a fronte di un consumo interno che supera le 700mila tonnellate.
Il nostro Paese esporta oltre 200mila tonnellate di prodotto e importa, anche per soddisfare la domanda interna, circa 400mila tonnellate all’anno. Il 60% circa della produzione italiana appartiene alla categoria dell’extra vergine. Di questa percentuale, il 30% circa, pari a 100mila tonnellate, rappresentano la quota assorbita da autoconsumo e filiera corta: frantoi privati, cooperative, strutture agrituristiche. Per i 60 milioni di italiani restano a disposizione circa 200mila tonnellate di extra vergine pari a 200milioni di bottiglie di olio: solo 3,3 litri di olio a testa in annate normali.
«Poco, ma buono? Proprio per questo - afferma Massimo Gargano - il vero olio extra vergine di oliva italiano va difeso e valorizzato e la guida Gambero Rosso Unaprol rappresenta un’opportunità per la produzione di eccellenza di questo Paese”. Da una parte l’etichettatura dell’origine obbligatoria che ha messo in trasparenza la tracciabilità del vero olio extra vergine made in Italy. Dall’altra, il prodotto targato con il bollino I.O.O% qualità italiana già disponibile, nei mercati di Campagna Amica, negli agriturismi, nella filiera corta a Km Zero nella rete di vendita dei nuovi consorzi agrari italiani. Un prodotto certificato e garantito che servirà a distinguere una qualità diversa tra gli oli extra vergini di oliva. Una bella competizione dove a vincere - afferma ancora Gargano - saranno i consumatori, liberi di poter scegliere correttamente informati, aiutati anche da una guida che li aiuti a migliorare il consumo consapevole».